Il benessere del tuo gatto passa anche attraverso la sua alimentazione. A maggior ragione quindi, nel caso sussistano problemi di salute div aria natura, è bene fare particolare attenzione ai cibi per i nostri amici pelosi. Nel caso, per esempio, che il nostro amato micio abbia contratto una malattia al fegato, proprio alcuni alimenti possono dare una mano a supporto della terapia. Sarà il veterinario a fornire tutte le indicazioni utili da seguire dopo una specifica visita. Si raccomanda, infatti, di affidarsi sempre a un professionista per avere la sicurezza di intervenire nel migliore dei modi e a vantaggio degli amici animali.
Le funzioni principali del fegato
Il fegato svolge molte funzioni vitali per l’organismo. Tra queste, per esempio, c’è quella di metabolizzare le sostanze nutritizie assunte attraverso il cibo ma anche aiutare a smaltire le sostanze tossiche e stimolare la digestione. È chiaro, quindi, quanto la salute generale del tuo gatto dipenda dal corretto funzionamento di questo organo. Laddove, dunque, intervenga una patologia, questa può arrivare anche a compromettere il benessere dell’animale. Ma quali sono le malattie più comuni che attaccano il fegato?
Scopri gli alimenti che fanno male ai gatti
Quali sono le patologie epatiche più diffuse nel gatto
Le malattie che possono colpire a livello epatico possono essere acute oppure croniche. Tra le patologie più diffuse ci sono la lipidosi epatica detta anche ‘”malattia del fegato grasso” (FHL), la colangioepatite, l’insufficienza epatica e l’epatite. Alcune di queste affezioni richiedono un’alimentazione specifica che, in linea di massima, è mirata a far assumere al gatto cibi ad alta digeribilità che scongiurino la perdita di peso: non è raro, infatti, che le epatopatie causino inappetenza. Da qui, dunque, la necessità di fornire all’animale tutte le energie di cui ha bisogno.
La dieta del gatto in caso di epatopatia
È importante, innanzitutto, garantire all’animale tutti i nutrienti necessari senza tuttavia sovraccaricare eccessivamente il fegato. Da una parte, dunque, occorre calibrare il dosaggio di proteine e grassi contenendone le quantità e, dall’altra, provvedere all’integrazione di alcune vitamine (in particolare quelle del gruppo B, K ed E), zinco, potassio, selenio, silimarina, s-adenosilmetionina (SAMe) e acido ursodesossicolico (UDCA) . Meglio ridurre anche l’assunzione di sodio per aiutare a combattere l’infiammazione e aumentare, invece, gli antiossidanti. Anche l’idratazione svolge un ruolo prezioso e deve essere costante e in quantità sufficienti ai bisogni del gatto.
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